venerdì 19 agosto 2016

Uccidere gli animali vaganti?


Le polemiche di questi giorni sull'ordinanza di un sindaco che autorizzava la polizia locale ad abbattere animali vaganti nei pressi della carreggiata ha destato molte polemiche, provo a ragionarci un poco, magari scherzando.
Io ho incontrato:
- bufali neri accovacciati sulla carreggiata nella notte, ero in Nepal ed ero a piedi, me ne sono accorto in quanto pensavo col piede di avere urtato una gran merda di bufalo, o di elefante, invece era il deretano di un bufalo che ha girato la testa e mi ha guardato indifferente, mentre mi scorrevano in testa le statistiche sul numero di persone uccise dai bufali, centinaia di volte più di quelle uccise da squali;
- cavalli neri e di altri mantelli, nella notte a Pescasseroli, in branco, al trotto, nelle vie buie del paese fino al lago, dopo la mezzanotte in andata e prima dell'alba al ritorno;
- torelli che duellavano in mezzo alla strada, dopo una curva, di giorno, nei monti dell'Anatolia Orientale;
- un bufalo che mi ha rincorso di giorno per circa un chilometro, ero in bicicletta, con fidanzata sul portapacchi, ero in India, non porterò mai più qualcuno sul portapacchi in bici;
- capre in gregge, di giorno in Grecia, si sono messe a discutere tra loro mentre da fermo lasciavo che passassero e mi hanno graffiato la macchina con le corna,
- un toro incazzato che, al mattino, mi ha costretto a fare una retromarcia veloce di circa mezzo chilometro su una strada sterrata in Grecia;
- una mandria di vacche in una galleria non illuminata, ma per quanto mi sforzi non ricordo dove fossi, le vacche erano beige;
- un anatroccolo all'imbrunire in tangenziale;
- un piccolo di ghiro di giorno in Valtellina;
- cani di vario tipo e taglie a prendere il fresco in mezzo alla carreggiata, ma sempre di giorno e in strade poco trafficate;
- cinghiali e lepri nelle notti in Piemonte, Lombardia, Emilia, Romagna, Marche, Umbria e Veneto.
A causa forse della bassa velocità che di solito tengo in auto, l'unico animale che ho investito è stato l'anatroccolo, ma mi ritengo molto fortunato, i freni erano buoni, le gomme anche e i fondi stradali non bagnati o sdrucciolevoli.
Certo guidando auto o altri mezzi è necessario mantenere una velocità adeguata, ma cosa significa adeguata? Se dovessimo pensare che dietro ogni curva ci sia seduto un elefante, a che velocità dovremmo andare? Ma non pensiate che sbattere contro un bovino o un cavallo con un'auto faccia molta differenza rispetto all'elefante.
Una volta ho visto due automobilisti discutere per un fagiano in autostrada, il primo l'aveva investito, il secondo si era fermato e l'aveva raccolto, l'investitore lo reclamava per sé, almeno a parziale ristoro del danno che aveva patito, la sua VW Golf aveva il frontale distrutto e ammaccato anche il radiatore, visti i danni il secondo glielo ha ceduto senza discutere.
Siamo pronti a circolare nelle strade di montagna alla velocità che ci consentirebbe di fermare in un paio di metri? Sì, dobbiamo proprio partire da questa ipotesi in quanto le strade di montagna in Italia spesso hanno caratteristiche che non permetterebbero di fare altra scelta che fermarsi, in quanto sono strette e strapiombanti.
Ma anche in città e in pianura ci sono animali, in specie mammiferi placentati che occupano la carreggiata nella notte, senza luci, oltretutto artatamente sordi, a causa delle cuffiette che indossano, si tratta di esemplari che sfuggono alle leggi del branco e non occupano i territori loro riservati, i cosiddetti marciapiedi, alcuni in quanto vanno di corsa e quindi si ritengono impropriamente confinati sui marciapiedi, che sono appunto per i marcianti, i marciatori, agonisti e amatori, invece ritengono disdicevole affrontare i dislivelli, rappresentati dai passi carrabili e il salire e lo scendere dai marciapiedi agli incroci, quindi affrontano con piglio sicuro la sfida della strada magari anch'essi protetti dalla musica delle cuffiette o dallo smartphone.
Io sono un appassionato camminatore e trovo francamente inqualificabile il fatto che, fuori dalle città, le strade, in Italia, ma non solo, non prevedano minimamente uno spazio transitabile dai pedoni fuori dalla carreggiata su cui sfrecciano le auto. Andare in vacanza e pensare di andare fuori a cena a piedi, in quanto il ristorante è magari a un chilometro da casa, è di solito improponibile, i rovi e le erbacce non soltanto occupano le cosiddette banchine, invadono spesso la carreggiata e nascondono i canali di deflusso delle piogge in cui si rischia di cadere.
Insomma decidiamoci: proibiamo il transito sulle strade a tutti gli animali, umani e non, proteggendo le carreggiate dalle invasioni di non “ruotanti”, ma sviluppiamo anche reti di piste pedonali con sottopassi sicuri frequentabili da tutti gli animali, umani e non. Proteggiamo i non ruotanti di ogni specie. Anche se devo dire che trovarmi di notte un capriolo che mi corra incontro inseguito da lupi in un sottopasso mi metterebbe un poco a disagio.
Ma a parte questi, che forse sono paradossi, mi pare che i pedoni dovrebbero svegliarsi e come i ciclisti fare lobby e difendere i loro diritti, in fin dei conti fu proprio il calpestio dei pedoni che segnò i primi sentieri.

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